domenica 21 aprile 2024

Commenti anonimi

 Amici, breve comunicazione di servizio. I commenti devo sempre approvarli per evitare commenti di spam e quindi non vi preoccupate perché se non li vedete pubblicati subito dopo averli scritti è solo perché non li ho ancora letti ma generalmente li leggo tutti e se non sono spam li approvo entro poche ore.

Ho deciso di accettare i commenti da tutti, non solo da chi ha un account google. Però vi chiedo di firmarvi, cioè potete scegliere un nome di fantasia ma usare sempre quello, anche perché se sono tutti commenti di Anonimo io non riesco a capire se sto parlando con la stessa persona o con 10 persone diverse e se con uno dei tanti Anonimo ho già interagito in passato e gli ho già dato determinati consigli e informazioni.

Sarebbe più comodo per tutti se non ci fossero "Anonimo" tra i commenti. Grazie.

Consigli a chi sogna di trasferirsi negli USA

Ogni tanto mi piace dare qualche consiglio (non richiesto) a chi sogna di trasferirsi in USA. Lo sappiamo tutti, chi non viene qui per matrimonio o perché vince la green card, ha sostanzialmente solo un modo per trasferirsi negli Stati Uniti: il lavoro. 

Ho letto in passato sui social che molti Italiani mettono in guardia chi vorrebbe trasferirsi in Usa dicendo che è sempre più difficile o quasi impossibile ottenere un visto di lavoro e il matrimonio con un americano/a sembra l'unica strada. Ed hanno abbastanza ragione, ma vorrei fare un discorso più ottimista.

Secondo me l'elemento fondamentale per riuscire a trasferirsi permanentemente in Usa, anche se sembra ovvio, è ESSERE QUI. Il mio consiglio è usare una strategia a lungo termine e investire su sé stessi. Risparmiare il più possibile in Italia ma poi poi a un certo punto basta aspettare, bisogna prendere il coraggio e partire.

E quindi cosa fare? Un buon metodo è iscriversi a un corso di Inglese o a un corso di specializzazione universitario. Ce ne sono di tanti tipi, magari della durata di un anno o due, e alcuni non costano neanche tanto. Quando si ottiene il visto studente si avrà un piede in America e ci si può guardare attorno con più calma, conoscere gente, fare colloqui che potrebbero portare a un'offerta di lavoro. Il mio primo lavoro lo ho ottenuto così: alla fine del secondo e ultimo anno di community college ho sostenuto dei colloqui e mi hanno fatto un'offerta di lavoro e mi hanno sponsorizzato per un visto di lavoro H1B.

Ho notato che ai colloqui, anche quelli che ho visto fare dai miei manager, sono interessati ovviamente ai vostri studi e alla vostra esperienza ma anche a come vi ponete. Siete umili, simpatici, sembrate affidabili? Sono elementi tenuti in alta considerazione. Ma, ripeto, è importante essere QUI perché anche se oggi i colloqui si fanno spesso in remoto, i colloqui faccia a faccia, potrebbero darvi un vantaggio rispetto a chi li fa in remoto.
Molti potrebbero dire: ok ma se io non ho i soldi per pagarmi un corso di Inglese o un biennio al community college che comunque costa qualche migliaia di dollari. Non ho speranze? 
Beh c'è un altra strada un po' più difficile perché si tratta di trovare lavoro in 90 giorni.

Quando suggerisco questa opzione ovvero cercare lavoro durante i 90 giorni concessi per turismo, alcuni Italiani che vivono in USA dicono che non dovrei dare questo suggerimento.
- Si ma da turista non puoi cercare lavoro! - dice qualcuno
- Stai suggerendo di fare una cosa illegale! - dice qualcun altro
Le ho lette spesso queste frasi.

Ma è proprio così? È vero che teoricamente se venite in Usa con permesso turistico (ESTA) dovreste fare i turisti e in quel periodo NON è concesso lavorare. Ma io non sto suggerendo di lavorare.
Se siete qui per turismo niente impedisce di conoscere gente, partecipare a feste o eventi, farvi presentare manager o CEO da parenti o amici, magari un manager o un CEO (amministratore delegato). Non penso che la CIA abbia messo microspie in ogni angolo degli Stati Uniti e controlli se a una festa vi mettete a chiacchierare con un capo d'azienda sorseggiando una birra. Non penso che arrivi un un uomo in giacca e cravatta a sussurrarvi di smettere di chiacchierare di lavoro e di cambiare argomento.

Ma anche se avete conosciuto qualche manager o CEO in remoto a seguito dell'invio del resume (CV) dall'Italia, e poi questa persona vi invita a fare una chiacchierata qualora veniate in USA per vacanza, state facendo qualcosa di sbagliato? Credo di no.
La cosa fondamentale però qualora si riuscisse ad ottenere un'offerta di lavoro è di seguire SEMPRE tutte le regole. 

Se stringere amicizie, fare conoscenze e anche qualche colloquio durante il periodo del permesso turistico DI SICURO in quel periodo NON è CONSENTITO LAVORARE. Se non si ha green card o cittadinanza si può lavorare SOLO CON IL VISTO DI LAVORO.

Quindi bisogna tornare in Italia prima dei 90 giorni concessi per turismo e seguire l'iter legale del visto di lavoro. L'azienda saprà guidarvi e mettervi in contatto con un immigration attorney, ovvero un esperto in pratiche di immigrazione. E bisogna attendere pazientemente, per mesi, l'eventuale approvazione del visto. Se viene approvato sosterrete un colloquio in uno dei consolati americani in Italia o anche all'ambasciata americana e solo quando avrete il visto stampato il visto sul passaporto potrete finalmente partire per gli USA e iniziare a lavorare legalmente.

Buona fortuna a chi sogna l'America. Spero riusciate a realizzare il vostro sogno.

martedì 16 aprile 2024

Folklore americano - Rip Van Winkle


Oggi vorrei inaugurare una nuova rubrica: Folklore americano.

Nei prossimi mesi dedicherò alcuni post a dei personaggi abbastanza noti agli Americani ma poco noti in Italia. Non sono personaggi del folklore dei nativi americani - potrei dedicare dei post a loro in futuro - ma personaggi legati proprio agli Stati Uniti e agli statunitensi.

Ecco a voi il primo: Rip Van Winkle
Nel 1819 lo scrittore Washington Irving pubblicò la storia che diede vita a uno di personaggio ii noti del folklore americano: Rip Van Winkle.
Rip Van Winkle vive in un villaggio delle Catskill Mountains, nello stato di New York, nel periodo precedente alla Rivoluzione Americana che portarono all’indipendenza delle prime 13 colonie americane dai britannici.
Rip Van Winkle vive una vita serena, ama molto dormire ed evita il lavoro ma è un brav’uomo che trascorrere del tempo anche a giocare con i bambini. Dopo l’ennesima ramanzina da parte di sua moglie, che continua a ripetergli di andare a trovarsi un lavoro, Rip Van Winkle si allontana da casa e va in montagna a caccia di scoiattoli con il suo fedele cane Wolf.
Poco dopo sente chiamare il suo nome. Uno strano ometto, in abiti olandesi, gli chiede aiuto per portare una botte piena di liquore giù dalla montagna. Rip è un po’ esitante, vuole quasi dire di no, ma poi decide di aiutarlo. Quando i due arrivano ai piedi della montagna trovano altri amici dell’olandese, vestiti in modo buffo come lui, e iniziano tutti a bere il liquore dalla botte. Anche Rip Van Winkle fa qualche sorsata e poco dopo si addormenta.

Al suo risveglio gli sono cresciuti capelli e barba divenuti inspiegabilmente bianchi. Rip Van Winkle torna al villaggio ma è tutto cambiato, è più grande, le case sono diverse, ci sono molte più persone nelle strade e lui non riconosce nessuno.
Va in piazza e chiede di due uomini noti in paese, ma gli dicono che uno andò in guerra molti anni prima, e l’altro è morto da ormai 18 anni.
“Qualcuno conosce Rip Van Winkle?” chiede.
Una ragazza risponde: “Era mio padre, 20 anni fa andò sulla montagna e da quel giorno nessuno sa più dove sia. Solo Wolf tornò a casa”.
Rip, incredulo e commosso le rivelò di essere suo padre e l’abbracciò.
Rip Van Winkle aveva dormito per 20 anni e non aveva assistito alla rivoluzione americana.

lunedì 15 aprile 2024

RIVALUTAZIONE DEL CONCETTO DI MANCIA NEGLI STATI UNITI

Avete mai cambiato idea su qualcosa?

Io di recente sto cambiando idea su un tema controverso tra noi Italiani: le mance negli Stati Uniti che qui per tradizione vengono date ai camerieri di pub, pizzerie o ristoranti. Più che tradizione dovrei dire che la mancia è considerata quasi un "obbligo morale" anche se so che obbligo morale sembra un ossimoro.


Spesso leggo storie di ragazzi italiani che lavorano nella ristorazione e percepiscono paghe mensili si 600-800 euro al mese. Sono casi limite, certo, ma ci sono e i ristoratori potrebbero pagare di più ma obiettano che hanno tantissime spese e davvero non possono pagare di più i camerieri.

A me sembra una scusa ma diamo il beneficio del dubbio e diciamo che proprietari di piccoli ristoranti, pizzerie, trattorie davvero non possono.


A questo punto però ci sarebbero due strade per il ristoratore: 

- Fare un esame di coscienza e ammettere un fallimento imprenditoriale. Forse meglio chiudere il locale.

- Aumentare il costo dei propri prodotti


Ma come fanno qui in Usa? Il ristoratore paga pochi dollari l'ora i propri camerieri che arrotondano però con le mance elargite dai clienti che vanno dal 15% al 25% del conto (tasse escluse).

I camerieri - molti non se lo direbbero - riescono a portare a casa anche molte migliaia di dollari al mese (certo dipende molto anche dalla città e dal tipo di locale e clientela).


Questo sistema va incontro ai ristoratori che tengono basse le spese fisse dei camerieri ma va incontro anche ai camerieri quando il locale è pieno di clienti e tutti lasciano mance su mance.

Al ristoratore va bene se i suoi camerieri portano a casa centinaia di dollari a sera. Non lo considerano "immorale" e non ci "mette una mano". I soldi delle mance sono dei camerieri

Insomma è un sistema che aiuta il ristoratore ma di cui spesso si avvantaggiano di più i camerieri. 

Uno strano gioco delle parti tra ristoratori, camerieri e clienti che però va bene a tutti. Forse un po' meno ai turisti stranieri.

venerdì 12 aprile 2024

Rieccomi. E voi ci siete ancora?

 Ciao amici, lo so, sono quasi scomparso da questo blog e ho pubblicato poco negli ultimi anni. Io sono sempre qui negli Usa e sto bene. Lavoro a NY e faccio il pendolare ogni giorno dal Connecticut. Sono quasi due ore ad andare e due ore a tornare. La vita è diventata un po' stressante a volte ma sono periodi, vado avanti, e va tutto bene. Io non so se i blog siano morti. Qualcuno di voi appena ho pubblicato qualcosa mi ha scritto che gli ha fatto molto piacere "risentirmi" e fa piacere anche a me scrivere qualcosa che vi possa interessare. La mia domanda è: c'è ancora qualcuno qui che legge i miei post? O che li leggerebbe se tornassi a scrivere più assiduamente? Comunque se qualcuno volesse scrivermi per domande o suggerimenti o semplicemente per un "ciao" la mia email è tornoavivereinamerica@gmail.com. Se siete ancora qui...fatemi sentire la vostra voce.

sabato 9 marzo 2024

VISITA A LANCASTER IN PENNSYLVANIA, DOVE VIVONO GLI AMISH

Ciao a tutti, torno a scrivere un po' su questo blog. Ci siete ancora?
Se siete interessati a qualche mio progetto futuro (ho intenzione di scrivere un romanzo e forse un libro su tradizioni, miti, leggende e curiosità americane, potete lasciarmi in un commento la vostra email o scrivermi direttamente a tornoavivereinamerica@gmail.com)

Vi racconto della mia breve vacanza Lancaster in Pennsylvania dove, a Novembre 2023, ho visitato una comunità Amish, o meglio ho visitato dove vivono e pur non interagendo direttamente con loro ho appreso molti aspetti interessanti sul loro stile di vita grazie a una visita guidata.
Ho organizzato questa breve vacanza all’ultimo minuto e avrei volentieri trascorso del tempo con loro. Facendo ricerca su internet ho scoperto che ci sono delle famiglie Amish che ospitano turisti in casa loro per cena (ovviamente pagando) ma purtroppo erano tutte al completo per la cena di Thanksgiving. Magari la prossima volta. Potremmo anche organizzarci e andare in un piccolo gruppo.
La visita guidata era divisa in due parti: visita su un piccolo bus guidato da un autista-guida che ci ha portato tra le loro fattorie, con due soste in due di piccoli negozi gestiti da Amish, e che ci ha raccontato storia, tradizioni e curiosità della vita di questa particolare comunità, e visita a una casa degli Amish in cui hanno abitato in passato ma che è stata poi adibita a museo per i turisti.
Ecco 15 curiosità o cose che ho imparato durante questa visita.
Vedete anche le foto e i brevi video che mostrano meglio ciò che scrivo in questo post.
COMUNITÀ AMISH NEL MONDO
Ci sono oltre trecentomila Amish in tutto il mondo, con comunità in 32 stati degli Usa e comunità anche in Canada. La comunità di Lancaster è quella più grande con oltre quarantamila persone.
SCISSIONE CON I MENNONITI E ORIGINE DEL NOME
Gli Amish nascono in Europa da una scissione con il gruppo dei Mennoniti. Uno dei punti principali, per cui vennero in seguito anche perseguitati e alcuni si stabilirono in Usa, era il battesimo che per loro non doveva essere somministrato agli infanti ma solo in età adulta. La scissione dai Mennoniti, considerati poco radicali, avvenne nel 1693 ad opera di un vescovo svizzero, Jacob Ammann, in tedesco Amishe, nel tedesco della Pennsylvania (Pennsylvania German) “Amisch”, da cui il nome Amish.
AMISH E INGLESI
Per gli Amish esistono solo gli Amish e i non-Amish che sono semplicemente riferiti come “English”, quindi anche noi italiani, Spagnoli, Giapponesi, Cinesi…siamo Inglesi.
AMISH BUGGY
La prima immagine che viene in mente degli Amish è probabilmente l’Amish buggy, la loro carrozza trainata da un cavallo. Le strade della zona di Lancaster hanno ampie corsie laterali per dare spazio alle loro carrozze.
CASE STUPENDE
Durante il giro guidato in bus mi aspettavo di vedere delle case vecchie e malandate e invece le case degli Amish sono perfette, grandi, dall’aspetto moderno, pulite, senza una sbavatura, con il prato curato, e non si distinguevano dalle altre case della zona anzi erano forse anche più curate quasi come le case dei milionari di Greenwich, New Canaan o Westport qui in Connecticut. Gli Amish sono tutt’altro che milionari ma la guida ci ha spiegato che le loro case sono così belle perché hanno l’etica del lavoro, si aiutano a vicenda, e non sono distratti da internet o tv e quindi hanno anche più tempo da dedicare alle proprie case.
GOURD BIRDHOUSES
Ad alcuni Amish piace decorare i gourd che se ho capito bene (gli esperti mi correggano) è un tipo di zucca molto dura che non si può mangiare. Ho visitato un piccolo negozio in cui avevano in vendita delle gourd birdhouses ovvero casette per gli uccelli. Gli Amish essiccano il frutto, fanno un buco per svuotarne il contenuto, dei semi che vengono via facilmente tramite il buco, le decorano e sono pronte all’uso.
FUNZIONI RELIGIOSE NELLE CASE
Gli Amish non hanno una struttura gerarchica perché ognuno è uguale agli occhi di Dio. E non hanno delle chiese, forse anche perché si riunivano segretamente quando venivano perseguitati Da sempre si riuniscono a turno nelle loro case, se ricordo bene ogni due domeniche o la seconda domenica del mese. Nelle loro case c’è una stanza con delle panche, divise in due aree, su una siedono le donne e sull’altra gli uomini dall’altra. Quando si riuniscono cantano gli inni senza accompagnamento di strumenti musicali, leggono i salmi e pregano.
ABBIGLIAMENTO
Gli abiti delle donne sono molto semplici non hanno bottoni. Vengono chiusi da spilli. Questo perché le donne non devono indossare gioielli e i bottoni, specialmente quelli di alcuni secoli fa, erano decorati i modi particolari che li rendevano simili ai gioielli.
NIENTE FOTO O RITRATTI
Non amano foto e ritratti e infatti non ne troverete nelle loro case. Le foto indicano egocentrismo e vanità e allontanano dal senso di umiltà e dal senso di comunità che sono tra i loro valori principali. Chissà cosa ne pensano di Instagram…
SCARPE E CAPPELLI NERI…E ROLLERBLADES
Di domenica per le funzioni religiose gli uomini devono indossare cappelli neri, le donne – ma credo anche gli uomini - devono indossare scarpe nere. Durante la settimana possono indossare abiti un po’ più colorati. Nella stanza dei ragazzi nella casa che ho visitato c’erano dei rollerblades, neri. Questo perché comunque diceva la guida anche agli Amish ovviamente piace divertirsi e ha aggiunto che una volta ha visto dei ragazzi sui rollerblades attaccati a un carretto a cavallo. Un bambino ha anticipato in una mia osservazione: Come Marty McFly in Ritorno al futuro!
CONTRO LA PIGRIZIA
Gli Amish sono contro le tecnologie perché hanno l’etica del lavoro che li avvicina a Dio e temono ogni tecnologia che può renderli pigri quindi niente diavolerie meccaniche o motori che agevolano la vita. Forse anche per questo non usano le biciclette ma gli scooter, simili a dei monopattini. Ho letto che questo forse perché inizialmente le biciclette costavano moltissimo e a quei tempi hanno optato per gli scooter.
ELETTRICITÀ NO, BATTERIE SÌ
Sapevo che gli Amish non usano elettricità ma pensavo che in casa usassero candele o lampade a gas. Invece – questa non me l’aspettavo – ho visto che usano molte batterie, piuttosto grandi, che alimentano delle lampade da terra. Per loro il cavo della corrente che arriva dal mondo esterno alle loro case è una connessione con il mondo che non vogliono. Quindi meglio le batterie. Un bambino ha chiesto “Sì però devono andare in un negozio a comprare le batterie” e la guida ha risposto che era una buona osservazione ma andare in un negozio per loro non è una connessione costante come un cavo della corrente perché comprare una batteria impiega poco tempo “nel mondo esterno” E comunque per alcune cose gli Amish non sono troppo rigidi altrimenti non avrebbero negozi in cui vendono prodotti ai non-Amish.
BAMBINI IN STRADA
Ho visto molti bambini per strada che giocavano nei prati e nei cortili. Forse molti giocavano nei cortili delle scuole però pensando alle zone residenziali del Connecticut in cui non ho visto mai bambini giocare per strade, mi ha dato una sensazione di spensieratezza.
BARA IN CASA
Questa è un po’ macabra. Nella camera dei ragazzi c’era una piccola bara. La guida ha spiegato che non hanno funeral homes, case funerarie, come nel resto degli Stati Uniti e il morto resta per tre giorni in casa prima della sepoltura.
TASSE E SOCIAL SECURITY
Social security. Su questo devo approfondire meglio. Pare che gli Amish paghino le tasse come tutti gli Americani ma non quelle del Social Security. Inoltre non hanno assicurazioni mediche. Quindi come si curano? Hanno dei loro ospedali?
E voi che ne pensate? Qualcuno di voi ha mai visitato una comunità Amish? Vi incuriosisce lo stile di vita di questo tipo di comunità?

domenica 16 luglio 2023

Travis lo scimpanzé

Come ogni paese o piccola cittadina anche la mia, qui in Connecticut, ha le sue storie. Quella che vi racconto oggi è la storia di Travis che nel 2009 ebbe un grande risalto negli Usa.

Travis era uno scimpanzé nato nel 1995 in Missouri da Suzy e Coco, importati dall’Africa negli anni ’70. A pochi giorni dalla nascita Travis venne acquistato da una coppia di Stamford, Sandra e Jerome Herold. Il nome Travis venne dato da Sandra in onore di Travis Tritt, il suo cantante preferito.
Gli Harold avevano una figlia piccola ma anche Travis venne cresciuto come un figlio: accompagnava Sandra a fare shopping e James al lavoro sul suo carro attrezzi, posando a volte per delle foto seduto al lato del passeggero con la cintura di sicurezza allacciata. Era anche noto ai poliziotti locali con i quali giocava mostrando un carattere socievole, mite ed educato. Una piccola celebrità in città che divenne ancora più noto a seguito di una pubblicità della Pepsi in cui partecipò come protagonista.
Travis era molti intelligente, sapeva vestirsi e lavarsi i denti, usare le chiavi della macchina, dare da mangiare ai caval
li. Guardava le partite di baseball tv seduto sul divano con Sandra e Jerome e amava il gelato e sapeva sempre quando era in arrivo il carretto dei gelati.
Nel 2003 ci fu un piccolo incidente in cui Travis si comportò in modo aggressivo. Era in machina, come sempre, al lato del passeggero, con il finestrino abbassato, e la cintura di sicurezza allacciata quando un passante lanciò una bottiglia di plastica in aria che lo colpì. Travis si slacciò la cintura, scese dall’auto, bloccando il traffico, e inseguì la persona che aveva lanciato la bottiglia per attaccarlo. La persona riuscì a scappare e quando arriva la polizia ebbero difficoltà a calmare Travis e farlo tornare in macchina. Dopo quell’episodio lo Stato del Connecticut approvò una legge per cui da allora è richiesto un permesso per adottare animali esotici ed è vietato portare in auto primati di oltre 23 Kg.
In quel periodo Jerome e Sandra persero la loro figlia in un incidente stradale e poco tempo dopo morì, di cancro, anche James. Sandra restò sola con Travis, unica sua compagnia.
Il 16 febbraio 2009 Travis scappò di casa con le chiavi della macchina e Sandra chiamò l’amica Charla Nash per farsi aiutare a trovarlo e riportarlo in casa. Travis era nei paraggi, poco distante da casa, e quando Charla con in mano uno dei suoi giocattoli preferiti, un pupazzo rosso di Elmo dei Muppet, aggredì Charla con violenza. Un comportamento strano perché conosceva Charla, che aveva lavorato nella compagnia di Jerome, anche se quel giorno aveva un’acconciatura diversa dal solito. Sandra provò a fermare Travis che continuava ad aggredire Charla con estrema violenza, prima colpendolo sulla testa con una pala e poi pugnalandolo con un coltello da macellaio.
Sandra disse in seguito che pugnalare Travis era come pugnalare se stessa e che Travis si voltò verso di lei come se stesse pensando “madre, cosa mi stai facendo?” ma voleva fermare in qualche modo la sua violenza. Travis divenne infatti ancora più aggressivo e Sandra, spaventata, e pensando che Charla forse ormai morta scappò in macchina e chiamò la polizia. Quando arrivarono i poliziotti Travis uscì di casa e provò ad aprire lo sportello al lato del passeggero, che era chiuso, e poi riuscì ad aprire quello del guidatore e si scagliò contro il poliziotto che per difendersi esplose quattro colpi di pistola. Travis, colpito, scappò in casa dove pochi minuti dopo venne trovato morto, accanto alla sua gabbia.
Charla non era morta ma aveva subito delle ferite spaventose. Travis le aveva maciullato le mani e sfigurato il volto. Charla non aveva più il naso, gli occhi, le labbra e aveva la mandibola fratturata.
Venne operata per molte ore ma perse l’uso della vista e il viso restò comunque sfigurato.
Dall’autopsia sul corpo di Travis risultò negativo alla rabbia. Sandra gli aveva però dato dello Xanax proprio quel giorno che per alcuni esperti, anche se è un calmante, in alcuni casi potrebbe causare reazioni avverse come disorientamento e comportamenti allucinatori che possono aumentare rabbia e aggressività.
Un anno dopo Sandra morì per un aneurisma. Secondo alcuni non resse al dolore per la perdita della figlia, del marito e, a causa di quell’episodio di inaspettata violenza, del suo Travis.

lunedì 3 luglio 2023

Lavorare in ufficio in America (Parte 2)

CAMBIARE LAVORO:

È vero che le aziende amano le persone fidate ma ho notato che i potenziali datori di lavoro hanno un po’ di diffidenza nei confronti dei ragazzi che ad esempio da 21 a 26 anni hanno lavorato sempre per la stessa azienda. Molti pensano: ma come, questo si è laureato a 21 anni, ha iniziato a lavorare per una azienda e a 26 anni sta ancora con loro? Non ha ambizioni? Non ha mai cambiato? Perché si è stabilizzato sul primo lavoro? Non sarà pigro? Lo ho notato da come hanno cambiato lavoro alcuni colleghi americani molto giovani. Da 22 anni a 26-28 qui cambiano molti lavori (almeno in zona NY), perché le opportunità per crescere e migliorare professionalmente ed economicamente sono tante e quindi perché restare fermi per anni nella prima azienda che ci offre un lavoro? Fuori è sempre pieno di opportunità migliori. Basta rimboccarsi le maniche e cercare.
AUMENTI NEL CORSO DEGLI ANNI:
Da quando sono arrivato in Usa ad oggi, dal primo lavoro a poco più del minimum wage (la paga minima oraria) alla paga attuale, il mio stipendio si è quintuplicato. Va bene, i costi e l’inflazione sono aumentati negli anni però è come se in Italia avessi iniziato venti anni fa a 1500 euro al mese e ore ne guadagnassi 7500. E so che nei prossimi anni lo stipendio, se il manager continuerà a farmi delle buone valutazioni a fine anno, aumenterà ancora.
Mi hanno stupito negli anni alcuni aumenti che non avevo neanche richiesto come quelli del 2% o del 3% per l’aumento del costo della vita o quello dopo aver terminato i due anni di community college perché per il capo (quello che ho avuto insomma, non so se tutti ragionano così), se un dipendente si laurea o ottiene un certificato, anche l'azienda non ha richiesto di studiare per quel certificato, merita un riconoscimento e un aumento. Ci sono anche aziende che ti pagano determinati studi (come è successo a un mio ex collega che aveva il ruolo di CFO, Chief Financial Officer) magari però con la condizione di mantenere una media alta.

STIPENDIO E BENEFITS:
L’errore che può fare un italiano appena arrivato in USA, quando riceve una offerta di lavoro magari anche buona, è considerare solo lo stipendio. Oltre allo stipendio può e dovrebbe anche chiedere se ci sono altri benefit. Mi riferisco al lavoro da dipendente. Ad esempio: l’assicurazione viene pagata dall’azienda? In che percentuale? Offre anche l’assicurazione per i denti e per gli occhi? Devo partecipare io in qualche forma per queste assicurazioni con detrazioni dallo stipendio? L’azienda offre il fondo pensione integrativa del 401K? Fa il match, ovvero per ogni dollaro che decido di destinare al fondo 401K l’azienda partecipa versando qualcosa per me? In quale percentuale? Ci sono altri benefit, come la palestra o il supporto psicologico o consulenti finanziari? Quante settimane di vacanza? Ci sono bonus a fine anno?

VACANZE / PTO / MALATTIA:
Tasto dolente. Ci sono aziende che di regola offrono due settimane pagate di vacanza. Poi dopo alcuni anni potrebbero aumentare a 3 o più raramente 4 o 5. A parte i giorni di vacanza chiedete sempre anche in fase di colloquio quanti PTO e giorni di malattia sono disponibili. I PTO (Personal Time Off) potete usarli per visite mediche o altre faccende personali. I giorni di malattia ovviamente per malattia anche se non necessariamente dovete prenderli tutti. In teoria solo se siete malati. Sia i PTO che i giorni di malattia non presi, al 31 dicembre non sono più utilizzabili e non possono essere usati l’anno successivo. Per i giorni di vacanza che non siano stati presi al 31 dicembre, alcune aziende consentono di poterli prendere entro i primi 3 mesi dell’anno successivo, solitamente però non più di 5.


LAVORARE PER AZIENDE ITALIANE IN USA:
Una breve parentesi su questa condizione. Ecco se si lavora per aziende italiane con un visto di lavoro (il concetto è valido anche per aziende non italiane ma per le italiane forse di più), se possono provano sempre a darti uno stipendio un po’ più basso di quello che darebbero a un americano. Sei in un certo senso legato alla catena all’azienda perché il visto di lavoro è legato all’azienda che ti ha sponsorizzato. E quindi neanche puoi chiedere troppi aumenti perché temi sempre che possano infastidirsi o mandarti via. E quando chiedi un aumento potrebbero trovare delle scuse anche se sarebbe meritato. Quindi la vera libertà e il maggiore potere contrattuale si ottengono solo quando ci si libera dei visti e si ottiene la green card. Ma non bisogna affrettarsi a fare domanda per la green card altrimenti potrebbe venire negata. Meglio affidarsi sempre a un immigration attorney che saprà consigliare meglio come e quando fare domanda.

lunedì 13 giugno 2022

Lavorare in ufficio America

Potrei scrivere un libro sul lavoro da impiegato di ufficio negli Stati Uniti ma vi risparmio. Però poiché a voi piace leggere della vita quotidiana americana, altrimenti non sareste qui, potreste trovare interessante questo post. Premetto che si basa solo sulle mie esperienze personali relative al lavoro in aziende del Connecticut e New York. Sarebbe interessante leggere anche i commenti di chi segue questo blog e lavora in Usa nello stesso contesto di un lavoro di ufficio o comunque in un qualsiasi contesto da dipendente. E sarebbe interessante leggere se ci sono similitudini o differenze con il lavoro di ufficio in Italia. Io non potrei fare paragoni con l’Italia perché se escludo un paio di esperienze, durate una settimana l’una, non ho mai lavorato in Italia.
Ma veniamo agli Usa. Iniziamo dalla ricerca di lavoro.

RESUME:
Ogni volta che ho mandato un resume (CV) in America mi hanno quasi sempre risposto, anche quando ho inviato una candidatura spontanea. Un’email anche solo per dirmi “Grazie per il Resume ma al momento non ci sono posizioni aperte” l’ho sempre ricevuta. In realtà ho notato che negli anni recenti rispondono meno. Ma la percentuale di risposta direi che è sui 60%-70%.
Sul resume nessuno mette la data di nascita anche se ovviamente tramite i social un potenziale datore di lavoro può facilmente risalire alla vostra età.

COLLOQUIO:
Il colloquio di lavoro in America mi piace perché senti che sei lì “da pari a pari”. Non vai col cappello in mano e con la sensazione che chi ti sta di fronte ti stia facendo un favore ad ascoltarti e ancora di più ad offrirti un lavoro. È vero, tu hai bisogno di un lavoro ma anche chi ti sta di fronte ha bisogno di un lavoratore e anche se è un importante dirigente d’azienda non si atteggia Dio sceso in terra. Ho sostenuto ad esempio un colloquio da Starbucks sorseggiando una tazza di caffè gentilmente offerta dal potenziale datore di lavoro. Io ultimo degli scappati di casa e lui importante amministratore delegato. E quando arrivò una telefonata rispose ma disse richiamarlo più tardi perché era impegnato in una conversazione importante. Ricordo ancora uno dei miei colloqui in Italia quando il capo di una piccola azienda ricevette una telefonata. Ovviamente rispose e parlò a questo suo amico per mezz’ora con me li costretto ad ascoltare i suoi fatti personali, anche cosa aveva fatto la sera prima con una ragazza in un locale (tradendo la moglie).

CONTRATTARE LO STIPENDIO:
Al colloquio parlare di stipendio non è tabù. Io lo chiedo anche prima ancora di andare al colloquio, almeno la cifra approssimativa che hanno in mente, per avere un’idea. Devo dire che è un po’ cambiato negli ultimi anni. Tempo fa molte più aziende inserivano la cifra dello stipendio già sull’annuncio di lavoro. Ora o non scrivono niente o in rari casi inseriscono una cifra variabile in base all’esperienza.
Comunque al colloquio si può “contrattare, certo con delicatezza e con un certo margine e solo quando hai capito che sono davvero intenzionati ad assumerti, ma si può fare. È quasi normale.
Elementi da non trascurare e da chiedere in fase di colloquio a parte lo stipendio sono i giorni di vacanza, e i benefit come bonus, assicurazione e 401K. Ogni compagnia offre, o non offre, determinati benefit.

ASSICURAZIONE:
L’assicurazione medica è un benefit che mi hanno sempre dato anche se in forme diverse: una compagnia pagava per me il 70% del costo (il 30% veniva detratto dalla mia busta paga), un’altra il 100%. Anche se pagano al 100% potrebbe essere migliore e con più copertura quella per cui paghi il 30%. Solitamente le aziende ti danno quella medica e quella dentale, più raramente anche quella oculistica.
A volte per risparmiare la compagnia decide di cambiare assicurazione e in quel caso puoi avere qualche fastidio come ad esempio cambiare medico o specialists perché loro non sono “in network” con la tua nuova assicurazione. Puoi continuare ad andare da loro ma essendo “out of network” pagheresti molto di più. Sostanzialmente non hanno accordi specifici con la compagnia assicurativa. Ma chi è più esperto di me può spiegare meglio queste dinamiche.

401K:
Il 401K è un ottimo benefit. Non tutte le aziende lo offrono. È una pensione integrativa: ogni mese viene detratta una percentuale del tuo stipendio che viene versata direttamente in questo fondo. La percentuale la decidi tu e puoi sempre cambiarla. La compagnia d’insolita fa in match ad esempio arriva a versare per te fino al 5%. Se tu versi il 3% loro versano il 3%, se versi il 5% loro versano il 5%, ma se versi il 6% loro versano sempre il 5%, oltre non vanno. Non tutte fanno il match da come ho capito ma quando lo fanno è come ricevere un bonus perché sono soldi che versano per te e sono tutti tuoi, nel tuo fondo. Ho notato che in alcune compagnie cercano quasi di nasconderti questo benefit. Mi è capitato un paio di volte. Se sei naive o appena arrivato potrebbero non dirti o meglio non ricordarti che offrono il 401k. Devi sempre essere e tu di ricordarti di fare domanda solitamente dopo i primi 3 mesi di lavoro. Ma è normale, se la compagnia offre un benefit sta a te ricordarti se e quando fare domanda. C’è anche chi non ne usufruisce perché non può o non vuole ricevere in meno di paga ogni mese ma io consiglio sempre di farlo, anche una piccola percentuale alla lunga aiuta e si accumula e poi quando c’è il match dell’azienda è bene approfittarne.

ATMOSFERA IN UFFICIO:
L’atmosfera dove ho lavorato è sempre stata molto serena. Anche se si lavora tanto i rapporti tra colleghi sono cordiali, amichevoli, sembra quasi di stare in famiglia. I superiori, i manager, e l’amministratore delegato non se la tirano, ti trattano da pari a pari e si fermano a chiacchierare a lungo con te. Ogni tanto arriva un CEO (amministratore delegato) un pò snob e distante ma almeno nella mia esperienza dal 2004 ad oggi sono casi molto rari.

ORARIO E STRAORDINARI:
Ho lavorato inizialmente per una compagnia medio-piccola. L’orario era dalle 8:30am alle 5:30pm ma spesso c’era talmente tanto da fare che restavo fino alle 7pm. Gli straordinari non venivano pagati ma mi andava anche bene perché dopo un paio di anni, oltre al salario, mi diedero anche le provvigioni sulle vendite (vendite dei nostri agenti e negozi), che mi portò a guadagnare da 5 a 7mila in più l'anno. Il problema è che mi feci prendere dalle provvigioni e per alcuni mesi lavorai molte ore anche di sabato e di domenica. Poi mi imposi di non lavorare il weekend perché era diventato troppo stressante. Le altre compagnie per cui ho lavorato, invece, sono più precise. Alle 5:30pm si esce. Se c’è bisogno di fare qualche ora di straordinario (anche se cercano sempre di evitarlo) ti pagano quelle ore una volta e mezza. Se prendi $20 l'ora regolarmente, le ore di straordinario vengono pagate $30 l'ora.

LAVORO AT WILL:
Il lavoro di ufficio in America è generalmente “at will”, almeno nel mio caso è sempre stato così. Vuol dire che la compagnia può licenziarti dall’oggi al domani senza tante scuse anche se è cortesia darti almeno due settimane di preavviso. In alcuni casi però possono davvero mandarti a casa all’improvviso, solitamente per motivi gravi, e tu non finisci neanche la giornata, prendi le tue cose, le riponi nella classica scatola, e vai via. La stessa cosa però vale per il dipendente che può andare via dall’oggi al domani senza preavviso, ma anche in questo casò è cortesia dare almeno un paio di settimane di preavviso. La cosa particolare se considero le due mie brevi esperienze italiane (volevano offrirmi un lavoro con un contratto a tempo determinato di 6 mesi e un altro con contratto a progetto di 5 settimane, entrambi FORSE rinnovabili), è che mi sento meno precario in Usa con il lavoro At Will, ma se lavori bene non ti licenziano, che non in Italia con quei contratti.

LICENZIAMENTI:
Il licenziamento è sempre delicato. Il licenziato potrebbe fare causa. Qui è il regno delle cause e per ogni inezia sono pronti a fare causa. Un paio di ex colleghe hanno fatto causa perché per loro alcune frasi del capo erano da considerarsi discriminazione e sexual harassment. Un'altra collega, un po’ drama queen, ha fatto causa perché a una festa aziendale qualcuno ha fumato in sala e a lei avrebbe fatto male. Quindi figuriamoci come sono pronti a far causa per un licenziamento ingiusto. Ho notato che quando vogliono licenziare non dicono “Dobbiamo licenziarti” ma “La tua posizione è stata eliminata”. Un po’ come a dire “Non è che licenziamo te ma è proprio che la tua posizione non ci serve più”. In quel caso chi viene licenziato controlla, spiando su LinkedIn o chiedendo agli ex colleghi, se la compagnia ha assunto una nuova persona con lo stesso titolo o se davvero quella posizione è stata eliminata.

GIOVANI E ANZIANI:
L’idea che mi sono fatto è che i giovani hanno molta facilità a trovare lavoro perché in un sistema dove gli aumenti per chi se li merita arrivano puntuali, da quando sei un ragazzino appena uscito dal college a una ventina di anni più avanti, puoi anche raddoppiare o triplicare lo stipendio iniziale. Chi ha 50 anni è normale (anche se ci sono eccezioni) che guadagni anche molto di più del neo laureato 22enne. E quindi la compagnia a un certo punto potrebbe pensare: mi tengo il 50enne con esperienza che mi costa 100mila l’anno o assumo un 22enne a cui posso dare 50mila? Va bene che ha meno esperienza e dovremmo fargli un training per “metterlo a regime”, ma è giovane e avrà entusiasmo e voglia di imparare, quasi quasi mandiamo via il 50enne e prendiamo il ragazzo. Forse anche per questo nelle compagnie dove ho lavorato ho sempre trovato un’alta percentuale di ragazzi tra i 22 e i 30 anni.

(continua...)

sabato 14 maggio 2022

10 superstizioni americane

Oggi vi porto nel mondo delle superstizioni. Gli Americani hanno molte superstizioni simili alle nostre come ad esempio non camminare sotto una scala, non rompere un specchio, o il gatto nero che porta sfortuna. Ma ci sono delle superstizioni solo americane? Ho fatto una ricerca e credo di averne trovate una decina.  Ditemi voi se qualcuna di queste in realtà c’è anche in Italia.


1 - Knock on wood.
Bussare sul legno. È simile al nostro “tocca ferro”. Si usa per far sì che vada tutto bene e che non arrivi la sfortuna. “Have a nice trip!” ti può dire qualcuno e tu potrai rispondere toccando qualcosa in legno “Knock on wood!”
2 - Bad Things come in threes
È un po' come non c’è due senza tre solo che si usa soprattutto per gli eventi negativi. Se te ne capita uno e poi un secondo, si sa che probabilmente sta per arrivare un terzo.
3 - La zampa di coniglio
Indossare una zampa di coniglio porta fortuna ma deve essere rivolta verso l’alto. Mi sono chiesto il perché e la ragione è semplice. Il coniglio è simbolo di abbondanza perché sono molto prolifici. Quindi la zampa di coniglio porta fortuna, forse un po' meno al coniglio.
4 - Rabbit rabbit rabbit
Sempre legata al coniglio dire “Rabbit rabbit rabbit” quando ci si sveglia il primo giorno del mese, porta fortuna.
5 - Trattenere il fiato quando si passa con la macchina accanto a un cimitero
Probabilmente per evitare che lo spirito di un morto possa entrare nel nostro corpo. Questo del respiro e delle anime che possono entrare ed uscire dal corpo si lega un pò al “God Bless you” o “Bless you” che si dice a chi fa uno starnuto. tramite un forte starnuto si pensa che l’anima possa uscire dal corpo e il diavolo possa prontamente rubarla.
6 - Alzare il piede sopra i binari
Simile alla superstizione di quando si passa accanto a un cimitero. Si alza un piede quando dopo un passaggio a livello si passa sopra ai binari. Forse per scongiurare un incidente futuro con il treno.
7 - "Something old, something new, Something borrowed, something blue"
Questa frase sta a ricordare che una sposa deve indossare qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa preso in prestito e qualcosa di blu. Sto cercando info su questa tradizione.
8 - Passare sopra una crepa nel terreno
Porta male. In una crepa puoi inciampare e credo sia anche il simbolo di una caduta spirituale che non porta mai a niente di buono.
9 - Il numero 13
Porta male e infatti se ci fate caso in molte ascensori dei palazzi il numero 13 non c’è. Tempo fa lavoravo in un palazzo che aveva proprio 13 piani ma l’ultimo piano veniva chiamato Penthouse e indicato con PH in ascensore. Sarà stato un caso?
10 - Lucky penny
Trovare una moneta da un centesimo per terra porta fortuna ma…deve avere la testa rivolta in su. Credo che questa superstizione sia stata aggiornata negli anni. Non è difficile trovare una monetina da un centesimo e quindi per renderla più valida è stata aggiunta la variante della “testa in su”. Attenzione se ne trovate una con l’altro lato in su, quello che noi chiamiamo croce e gli americani “tails”, bisogna girarla e lasciarla per terra con la testa in su e non raccoglierla. Si passa così la fortuna a qualcun’altro che verrà dopo.