giovedì 10 gennaio 2013

Offrire una borsa di studio? Impossibile

Leggo spesso la rubrica Italians di Beppe Severgnini sul Corriere online. Le lettere che vengono pubblicate sono solitamente di Italiani che vivono all'estero e fanno notare alcune differenze tra i Paesi in cui sono emigrati e l'Italia anche se non e' sempre necessario vivere all'estero per notare alcune cose che proprio non vanno bene nel Bel Paese. In particolare un paio di giorni fa mi ha interessato questa lettera:

Offrire una borsa di studio? Impossibile
Gentile signor Severgnini, volevo segnalarle quanto segue: tre mesi fa circa, decido di istituire una borsa di studio annua del valore di 4 o 5.000 euro da donare ad uno studente universitario meritevole ma indigente al punto che, superato il test di Medicina, fosse poi costretto a rinunciare per le forti spese che uno studio come Medicina comporta (fra libri, tasse e quant’altro): le assicuro che ce ne sono molti, in queste condizioni, anche fra le mie conoscenze, ragazzi e ragazze brillanti e studiosi costretti a ripiegare su Scienze Infermieristiche o altro, destinati a non diventare mai medici, anche se con tutte le carte in regola, soldi a parte. La borsa di studio, nelle mie intenzioni, avrebbe dovuto intitolarsi a mio fratello Piero, bravissimo e stimatissimo medico anche lui, che è stato vice primario di Cardiologia presso l’ospedale Torregalli di Firenze, prematuramente scomparso nel 2001, a 46 anni. Questa borsa di studio, insomma, vuole essere il mio modo di ricordarlo e di contribuire a mantenere vivo il suo ricordo. Ingenuamente pensavo che la cosa sarebbe stata semplice, così ho scritto una mail con la mia proposta alla Facoltà di Medicina di Milano, città dove risiedo da 30 anni: ricevo una mail in cui mi si dice di contattare la dottoressa tal dei Tali, cosa che faccio. Solo dopo un bel po’ di tempo riesco a sentirla per telefono e, in sostanza, mi dice che la cosa non si può fare, adducendo le più diverse ragioni: non è contemplata una borsa di studio di tal genere, la cifra è troppo bassa (sic!), si può fare ma solo per i laureandi etc etc. Un po’ delusa, ma ancora fiduciosa, abbandono questa strada e riprovo con la facoltà di Medicina di Firenze, città in cui sia io che mio fratello siamo nati, dove lui ha frequentato l’università e poi lavorato come medico: qui le cose vanno ancora peggio, perché non ricevo proprio nessuna risposta alle mie mail (scritte a novembre 2012)! Non le nascondo la mia amarezza: ma è possibile che in un momento critico come questo, con tante famiglie in difficoltà che, fra l’altro, non riescono a far studiare i propri figli (quelli che ne hanno voglia davvero!), le università di due città come Milano e Firenze, lascino cadere proposte come la mia che, senza essere risolutive, potrebbero però aiutare qualche studente bravo ma povero a fare un mestiere importante e di cui c’è tanto bisogno? Le scrivo non con l’intento di gettare discredito sulla già ampiamente discreditata università italiana (sarebbe come sparare sulla Croce Rossa), ma per chiederle la cortesia, con la sua autorevole voce, di far pressione affinchè l’università si svegli dal suo torpore e affronti il tema del finanziamento agli studenti meritevoli e poveri, si chiamino prestiti d’onore, borse di studio o altro.
 
MIA NOTA: Ho dedicato alcuni post alle differenze tra universita' italiane e college americani. Quando ho frequentato il college in Connecticut ho potuto usufruire di due borse di studio e si poteva fare domanda per decine di borse di studio offerte ogni anno da associazioni e privati. In particolare ricordo alcune borse di studio offerte da genitori che avevano il figlio iscritto al college che era morto prematuramente. Le borse di studio in questione erano offerte agli studenti piu' meritovoli che seguivano lo stesso corso di laurea del figlio. In questi casi trattava di borse di studio non sempre cospicue, $1000 o $2000 ma erano sicuramente un aiuto per qualche studente. E non credo che il college abbia fatto tutti i problemi che hanno fatto alla signora della lettera. 
Perche' in Italia e' sempre tutto cosi' burocratico e difficile? 

2 commenti:

  1. Perché l'Italia è un paese di merda che andrebbe resettato e fatto ripartire da zero. Nessuno potrà più risolvere i problemi dell'Italia se non un dittatore patriottico che cominci a prendere a calci nel culo tutti questi statali burocrati corrotti (dai politici in giù). Lo so, sembra un discorso d'altri tempi ma abbiamo visto che almeno nel nostro caso la democrazia (???) non ha funzionato affatto. Io la vedo veramente nera, per fortuna sto emigrando in un paese dove la democrazia e la funzionalità sono sentimenti che possono essere percepiti nell'aria, il Canada. E mal che vada, me ne torno nella mia nazione d'infanzia, la Svizzera ma in italia non ci metto più piede se non per le vacanze.

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  2. Ciao Pietro82, capisco il tuo sfogo, credimi, purtroppo siamo nel Paese piu' bello del mondo, con milioni di persone in gamba, creative, sveglie e intelligenti ma poi finiamo per esportare questo capitale umano all'estero.
    Ti auguro in bocca al lupo in Canada.
    Che andrai a fare li'? Anche li' c'e' la solita trafila del visto di lavoro, green card e simili?

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