domenica 16 febbraio 2014

Se John Elkan fosse figlio di Bill Gates...

Pochi giorni fa John Elkan, erede della famiglia Agnelli, aveva dichiarato che i giovani italiani non trovano lavoro perche' sono essenzialmente pigri.
Puo' anche essere vero per una piccola percentuale di ragazzi ma sicuramente non per la maggioranza e fa sorridere che a dare questo giudizio sommario sia un rampollo di una famiglia stramiliardaria che ha avuto tutto in eredita' e si e' sudato ben poco di cio' che ha.
Avevo gia' parlato pochi giorni fa della differenza tra i ricchi americani e i ricchi italiani. A tale proposito mi e' molto piaciuto un post di un blog di Federico Rampini su Repubblica che nello specifico fa un paragone tra la mentalita' dei ricchi imprenditori italiani con quelli americani e ipotizza un John Elkan figlio di Bill Gates. (Il link mi e' stato segnalato dall'amico Emanuele Capuano di Boston che tra l'altro ha un blog molto interessante e trasmette quotidianamente una bella trasmissione radiofonica: l'Italia chiamo').

Ecco il link se volete leggerlo direttamente sul sito di Repubblica.
E se volete restare sul mio blog...
SE JOHN ELKAN FOSSE FIGLIO DI BILL GATES...
E’ difficile immaginarselo. E’ difficile immaginare un figlio di Bill Gates che accusa quei suoi coetanei americani che non trovano lavoro di essere pigri, di avere scarso spirito di rischio. Quando uno nasce privilegiato, qui negli Stati Uniti, di solito ha il buon gusto di non insultare chi deve combattere partendo da condizioni molto piu` sfavorevoli. E poi e` difficile immaginarsi un parallelo, per un’altra ragione: suo figlio Bill Gates lo ha praticamente diseredato, lasciando la maggior parte del proprio patrimonio alla fondazione filantropica che combatte la malaria e altre malattie dei paesi poveri. Gates ha spesso spiegato la ragione profonda del suo gesto. “Farei un danno ai miei figli se gli lasciassi tutto questo patrimonio, non avrebbero stimolo a dimostrare quel che valgono loro”. E poi, da un punto di vista dell’interesse nazionale, Gates ha usato piu` volte (da ultimo in un’intervista al sottoscritto) la metafora olimpica: “Lasciare in eredita` i patrimoni del capitalismo americano, e` come designare per i prossimi Giochi olimpici una squadra Usa in cui automaticamente figurino i figli degli ex campioni olimpionici. Non e` per via ereditaria che si seleziona una classe imprenditoriale competitiva”. Elkann e` l’esempio di una capitalismo ereditario, e non e` un bello spettacolo. Lui e` una perfetta sintesi di tutte le ragioni per cui abbiamo una classe imprenditoriale sempre piu` parassitaria, e incapace di competere sui mercati globali. Nella recente disputa che lo ha opposto a Della Valle, è difficile non simpatizzare per quest’ultimo, che almeno si e` fatto da solo. Elkann ha ereditato tutto, e non e` da questa cattedra che i giovani italiani possono ricevere lezioni utili per il loro futuro.

2 commenti:

  1. Il fiume di contributi pubblici incassati dalla Fiat di Agnelli è finito fuori dall'Italia, ma Elkann si lamenta della pigrizia degli altri (cioè di chi gli ha pagato i contributi). Poi spunta un ragazzo che chiede se per caso c'è bisogno di un elettricista, e il rampollo (con un giro di parole) risponde di no. Che tristezza... e gli italiani neppure si ribellano. In questo senso, sì, sono pigri!

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  2. Il punto e' che avra' detto anche cose giuste. Ma come al solito in Italia le cose vengono predicate dal pulpito sbagliato, senza l'esempio. Vedi Brunetta: se la prese con gli incapaci nella pubblica amministrazione ma poi lui stesso ammise di non essersi saputo fare il letto fino a quando aveva 21 anni. Vedi la Fornero: se la prese con i choosy e poi la figlia era raccomandata all'Universita'.

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