mercoledì 29 novembre 2017

Cinquecentomila!

Ragazzi, CINQUECENTOMILA! Ma come è possibile, nella vita reale non mi ascolta neanche il gatto, e su questo blog mezzo milione di visualizzazioni! E' un piccolo grande traguardo che mai avrei immaginato di raggiungere quando ho iniziato a raccontare, quasi solo per me stesso, come un diario personale da leggere in futuro, della mia intenzione di tornare a vivere in America.
Non è facile per un blog toccare quota mezzo milione perchè non si tratta di un canale YouTube che si avvale di video e contenuti più immediati. Vuol dire che apprezzate i miei post e per questo ringrazio tutti, sia chi mi segue da tempo, sia chi mi segue da poco.
Grazie a tutti e stay tuned for more updates.

Dialogando sul Black Friday

Un paio di giorni fa chiacchieravo con il ragazzo americano di mia cugina. Un ragazzo in gamba, con una buona cultura e la passione per la politica americana e internazionale. Parlavamo del Black Friday che da pochi anni è diventata tradizione anche in Italia al che lui mi dice che ha sentito che in Germania e in Italia i lavoratori di Amazon hanno scioperato proprio il giorno del Black Friday. Lo diceva con una lieve punta di indignazione anche perchè dal suo punto di vista americano una cosa del genere non è si è mai vista. Uno sciopero totale proprio il giorno del Black Friday? Ma sono pazzi questi a mettere in difficoltà l'azienda proprio il giorno più importante dell'anno? Questo sembrava dire dal tono di alcune sue espressioni.
Lo so - rispondo - ma, bisogna comprenderli, i loro salari sono molto bassi, sui 1200 euro netti al mese, a quanto pare.
E lui, secco: Si ma nessuno li obbliga a lavorare li. Se non gli va, possono sempre cambiare e trovare un altro lavoro. 

Questa risposta mi ha fatto riflettere ancora una volta sulle differenze tra Italia e Stati Uniti in ambito lavorativo. Negli Stati Uniti in effetti funziona così: non ti piace il lavoro, il capo, i colleghi? Pensi di meritare uno stipendio più alto? Bene, resisti un pò, chiedi un aumento o migliori condizioni senza paura, vedi cosa succede e se le cose non cambiano, vai via e trovi un altro lavoro.  Semplice, chiaro, cristallino. In Italia diremmo se le cose non cambiano, vai via e cerchi un altro lavoro. Negli Usa anche i verbi presuppongono più ottimismo. Il lavoro non lo cerchi, lo trovi, perché è ovvio che dopo una breve ricerca qualcosa troverai. In Italia è un tuffo nel vuoto. E considerando Amazon, quei 1200 non sono neanche male di questi tempi. Molti amici che vivono al Sud mi raccontano che in alcune regioni la media stipendio per alcuni lavori si è drasticamente abbassata fino a raggiungere stipendi da 500-600 euro. La cosa forte e che se tu lo dici ad Americani e (sopratutto) Italo-Americani loro rispondono: ma 600 euro...a settimana, vero? E a quel punto spunta sempre sul mio viso il solito sorriso amaro. 

Ma queste cose gli Americani e Italo-Americani non possono capirle. Amano l'Italia da cartolina e per loro è splendida quando la visitano in vacanza. Non hanno mai vissuto la quotidianità italiana, le ristrettezze economiche, la ricerca di un lavoro e come tutti costruiscono il mondo a loro immagine e somiglianza e se le cose vanno male in Italia la colpa è solo nostra. Di chi altri potrebbe essere? In America chi è disoccupato per troppo tempo lo è perché non ha voglia di lavorare, perché dovrebbe essere diverso in Italia?
Non sapete quante volte ho sentite frasi come:
Voi ragazzi Italiani non volete fare sacrifici. 
Anche se iniziate a lavorare da McDonald's se poi siete bravi, riceverete aumenti e salirete in carriera.
Dovete rimboccarvi le maniche e poi le soddisfazioni arriveranno.

Vai a spiegare che ci sono laureati che hanno buttato al vento anni di studio per lavorare in un supermercato o in una pizzeria a 800 euro al mese, se va bene, e restano li per anni senza un euro di aumento e senza alcuna speranza di fare carriera. Che futuro possono avere i giovani in Italia? E infatti chi può compra un biglietto e prova a vivere all'estero. Ogni anno 100mila giovani lasciano l'Italia, il Paese più bello del mondo. Un motivo ci sarà.

Comunque ho notato che quando Americani e Italo-Americani si convincono che la crisi italiana è davvero più nera di ciò che sembra, che gli imprenditori schiavizzano i ragazzi con stipendi da fame,  che lo Stato non riesce o non vuole controllare, loro ripartono all'attacco con delle obiezioni frequenti, molto logiche e pragmatiche: Va bene, è un periodo di crisi ma perché voi giovani non aprite un'attività? Perché volete sempre lavorare come dipendenti? Se la situazione è così brutta come dite aprite una compagnia e le cose andranno meglio.
Vagli a spiegare che le tasse strangolano le imprese e moltissime hanno dovuto chiudere proprio per non riuscire a pagarle tutte.
In realtà a questa ennesima contro obiezione loro iniziano a pensare: Eh si, i datori di lavoro sfruttano, lo Stato non fa i controlli, lo Stato sommerge di tasse i giovani che aprono attività. Ma è davvero cosi brutta la situazione in Italia? Eppure è un paese meraviglioso dove i giovani sembrano felici.
Non è una congettura perché frasi del genere me le hanno dette spesso in passato, fino al giorno in cui ho deciso di non addentrarmi più in questi discorsi. Generano solo incomprensioni e malumori.

Devo solo ritenermi fortunato di essermi salvato all'ultimo secondo andando via dall'Italia prima che fosse troppo tardi, riuscendo a conquistare a fatica un minimo di serenità economica.
Per quanto riguarda il Black Friday gli Americani sono riusciti a introdurre una nuova festa commerciale, ma chissà perché non sono riusciti a introdurre le loro idee di meritocrazia e stipendi più umani. 

martedì 28 novembre 2017

Il contante è per gli spacciatori

Vi avevo parlato di come sia diffuso negli Stati Uniti l'uso delle carte di credito? E' una vera religione e chi ha in tasca anche 20 dollari viene visto in modo strano. Beh 20 dollari forse no ma provate a pagare qualcosa con quattro o cinque banconote da 20 e riceverete subito uno sguardo sospettoso. In America tutti hanno almeno una o più carte di credito, sono comode e vantaggiose e più le usi e più aumentano i vantaggi: reward points, sconti e tanti benefit che a fine anno costituiscono un gruzzoletto di qualche centinaio di dollari. Quindi perché non usarle? Per problemi del tipo Le banche mi spiano. Non voglio far sapere alle banche come spendo i miei soldi (???)
Gli Americani sono pragmatici. Usano le carte di credito perché avranno soldi indietro, se preferiscono il contante riceveranno...niente. Poiché carta di credito è sinonimo di vantaggi ai loro occhi chi usa ancora il contante lo fa per due semplici motivi:
1) L'istituto di credito non gliela ha concessa (e la cosa è sospetta perché le concedono a tutti ma proprio tutti).
2) E' spacciatore o qualcuno che traffica nell'illegalità e deve pagare in modo non tacciabile.
Questa divertente meme natalizia spiega bene questa interessante caratteristica americana.
Carta di credito=persona normale
Banconote da 20=persona sospetta






sabato 11 novembre 2017

Mangiare sul divano in America

Qualche giorno fa guardavo un video di una youtuber americana che vive in Italia. Parlava in tono simpatico e divertente di alcuni aspetti italiani che ancora non riesce a concepire. Tra questi l'abitudine di mangiare sempre seduti a tavola. 
Diceva che riusciva anche a concepire di mangiare a tavola quando si va a pranzo la domenica dalla nonna del ragazzo (italiano) ma poi si chiedeva: che senso ha sedersi a tavola in tutte le altre occasioni? Ad esempio quando siamo solo io e il mio ragazzo?
Mi faceva ridere perché prendeva in giro i modi di fare ragazzo che vuole sempre sedersi a tavola e usare le tovagliette carine come fosse Natale e pensavo: le tovagliette sono troppo di classe per lei, figuriamoci la tovaglia che è di uso comune ad ogni pranzo o cena in tutte le famiglie italiane. Quando va usata secondo lei, solo quando va la Regina di Inghilterra a fargli visita? Ma poi, penso io, non è molto più comodo mangiare a tavola invece che portarsi il piatto sul divano e rischiare di macchiare se stessi e il divano. Si può mangiare un piatto di pasta al sugo in salotto?
Ma a parte questo mi ha dato spunti di riflessione su alcune differenze culturali tra iItalia e Usa.
E' vero e lo ho notato anche io: a meno che non si tratti di occasioni speciali in America raramente la famiglia si riunisce per mangiare attorno a un tavolo. E raramente mangiano tutti assieme. Nessuno aspetta l'arrivo dell'altro per mangiare assieme. Chi prima arriva mangia e gli altri mangeranno più tardi. Ricordo ad esempio che quando vivevo dai miei parenti italo-americani mia zia cucinava per il mio cuginetto che tornava a casa da scuola,  prendeva il piatto e se lo portava in salotto. E mangiava sul divano guardando la tv. Mia zia nel frattempo sistemava altre cose in cucina e poi andava anche lei in salotto a tentare una conversazione con suo figlio che però era molto preso dalla tv, non le dedicava molta attenzione e rispondeva a monosillabi. In Italia invece ricordo invece che quando tornavo da scuola mia madre faceva aspettare me e i miei fratelli l'arrivo di mio padre dal lavoro per mangiare tutti assieme, seduto alla stessa tavola, addirittura con la tovaglia! 
L'usanza americana di mangiare da soli sul divano senza aspettare gli altri componenti della famiglia mi ha dato una forte impressione di egoismo e disunità. E' anche vero che generalmente la donna più importante di casa in Italia si trova in cucina mentre in America no. Non parlo della mamma ma della TV alla quale si deve dare la priorità e tutta l'attenzione possibile. E' lei la nostra mamma alla quale dobbiamo obbedire. E quindi in Italia soffriamo di meno a mangiare in cucina visto che la TV è proprio li. Ma a parte questo continuo a ritenere che sia vero che il senso di famiglia è molto più forte da noi in Italia. 
Un altro episodio, come esempio. Ricordo ancora il barbecue organizzato da una mia parente italo-americana per festeggiare la sua laurea. Invitò molti parenti ai quali diede lo stesso orario. Qualcuno era in ritardo a causa del traffico, chi di 10, chi di 20 minuti, niente di più. Invece di aspettare e iniziare a mangiare tutti assieme, chi era già li iniziò a mangiare e gli altri mangiarono appena arrivati. Io che ero lì dall'inizio mi sentivo a disagio a mangiare senza aspettare l'arrivo degli altri ma nessuno ci faceva caso, tutti presi dal loro egoismo e infatti notai che nessuno, dico nessuno si ricordò di fare gli auguri alla mia (e loro) parente per la laurea. Mi sembrò che anche lei non ci fece troppo caso, probabilmente sapeva che in America si fa così. Non ci sono troppe formalità. Aspettare, magiare tutti assieme, mettere tavola, farsi gli auguri? Queste sono cose burocratiche, da famiglie italiane. Comunque sono differenze culturali che ho notato frequentando molte persone ma sono sempre basate sulle mie esperienze e quindi non hanno valore universale.
Tornando al mangiare sul divano, mi piacerebbe farvi vedere un spot della Barilla in cui l'azienda cerca di andare incontro a questa usanza americana.  E' uno spot furbetto e intelligente, trasmesso per il mercato americano, che cerca di ribaltare l'idea della famiglia disgregata con la trovata di un padre e figlio che mangiano seduti al divano ma solo quando la mamma non c'è. E' una cosa sconveniente,  che non si fa, in effetti...ma vedete quanta complicità tra padre e figlio? Perché dove c'è Barilla c'è casa, anche in America, anche se si mangia seduti al divano.