lunedì 12 marzo 2018

Ricerca di un nuovo lavoro...ma non è così facile

Ciao a tutti, è ormai da un paio di anni che ho chiesto un aumento al mio capo e dopo tante sue belle parole e la promessa di un aumento sostanziale, che però deve essere approvato dalla sede centrale italiana, non ho visto ancora niente. Come forse sapete fino a poco tempo fa non potevo cambiare lavoro perché ero in attesa della green card e l'avvocato mi ha consigliato di restare con la stessa compagnia almeno per qualche mese dopo aver ottenuto la green card ma ora il tempo è passato e sono libero di muovermi e di guardami attorno. 

E quindi da circa un mese ho iniziato a inviare il mio Resume e a fare applications online. Non che mi ci stia dedicando anima e corpo perché tra le 4 ore al giorno per andare e tornare dall'ufficio e le 8 ore di lavoro non mi resta molto tempo ma insomma qualcosa ho fatto e ora vi aggiorno. 

Il primo a contattarmi è stato un recruiter di NYC che mi ha mandato un'email per chiedermi un colloquio telefonico per una posizione che, a suo dire, è molto adatta al mio profilo. Il problema è che quando lavori non hai mai tempo di una telefonata anche perché sono sempre con il mio manager, anche a pranzo. Inoltre anche andando fuori con una scusa, una telefonata con i rumori di New York City in sottofondo non sarebbe molto comprensibile. Coì ho preso una giornata libera e sono andato direttamente al suo ufficio. Il colloquio è andato molto bene, mi è parso soddisfatto, e infatti il giorno seguente ha inviato il mio resume a questa compagnia molto rinomata, nel settore del lusso. Dopo qualche giorno però mi ha comunicato che la compagnia aveva deciso di fare un colloquio a un'altra persona, il cui profilo evidentemente interessava un pochino più del mio, che a quanto pare è stata assunta. Mi deve far sapere con certezza.

Pochi giorni dopo sono stato contattato da un'altra recruiter sempre di NYC. Anche lei voleva parlare per telefono ma non potevo, il mio manager è sempre a due metri da me. Mi ha chiesto anche di andare da lei in pausa pranzo ma questa era una richiesta assurda. Come avrei potuto andare all'altro capo di NY fare il colloquio e tornare in ufficio, tutto nel giro di un'ora?  E quindi sono andato da lei all'uscita dal lavoro anche perché voleva proprio sentirmi in quel giorno per una posizione che poteva fare per me. E' stata gentile a ricevermi dopo le 5 ma allo stesso tempo mi è parsa avere un pò fretta di andare a casa. Altro punto negativo per me era che quel giorno non ero vestito in modo elegante, pantalone casual e un maglione e non credo di aver fatto una buona impressione. Si dice che non hai una seconda possibilità per fare una buona prima impressione. Inoltre ho avuto l'impressione che questa ragazza fosse del tipo "Americans first!", infatti quando ha capito che ero italiano e lo ha notato anche dal mio accento italiano, non so, ha cambiato un pò atteggiamento. Comunque su questo colloquio ci metto la croce sopra. E' uno di quelli che vanno male, no matter what. 

Dopo un'altra settimana mi ha contattato un'altra recruiter per una posizione molto interessante per una posizione con uno stipendio altissimo, oltre 30 mila dollari in più rispetto al mio stipendio attuale per una posizione con poche responsabilità in più. Questa recruiter mi viene incontro e mi chiama alle 7pm mentre è a casa con la nipotina e sta cucinando mentre parla al telefono. Il colloquio va molto bene, parliamo anche dell'Italia e delle sue vacanze e mi dice che girerà il mio resume alla azienda.  Però insomma non mi fido molto. Mi dice che la compagnia vende porte e finestre ed è una start up con 5-6 impiegati. La sede non è a NY ma a 20 minuti da casa (ottimo) ma neanche lei riesce a contattare il titolare che viaggia molto e che non le ha ancora dato molti dettagli sulla compagnia e sulla figura professionale che stanno cercando. Questa recruiter deve ancora farsi sentire ma pensandoci bene non dovrei rischiare e proseguire per questa strada. Le start up possono fallire dall'oggi al domani e non vorrei lasciare un'azienda con oltre 100 anni di storia per un salto nel buio con un'azienda semi sconosciuta. 

Poi mi ha contattato una ragazza delle risorse umane di Barnes n Noble. Quindi non una recruiter ma direttamente l'azienda. I libri sono la mia passione e quindi mi si sono illuminati gli occhi quando ho letto la sua email. Ho preso un altro giorno di vacanza per svolgere alcune faccende e fare questo colloquio telefonico e devo dire che è andato benino. Alcune domande erano molto formali (perché potresti essere migliore di altri per questa posizione? Quali sono i tuoi punti di forza?), altre più intelligenti e volte a capire la mia passata esperienza lavorativa. Purtroppo mi ha comunicato oggi che i suoi manager hanno deciso di fare il colloquio e assumere un'altra persona. 
Devo dire che avevo qualche titubanza. Se mi avessero assunto, lo stipendio sarebbe stato di poco superiore al mio stipendio attuale però avrei lavorato con dei prodotti che amo: i libri. 
Poteva andare bene ma ho letto che il loro competitor, più debole, Borders è fallito tempo fa e ora anche loro sono a rischio. Barnes n Nobles ha oltre 600 librerie in tutti gli Usa, sono il rivenditore di libri più importante ma potrebbe finire come Blockbusters, la catena di noleggio DVD che ha chiuso i battenti qualche anno fa. Ormai tutti comprano su Amazon e il rischio fallimento per queste catene non è da sottovalutare. 

Quattro giorni fa mi ha contattato un signore delle risorse umane di Tiffany al quale avevo inviato il resume. Cercano una figura professionale molto simile alla mia solo che...cercano un TEMP, una persona da impiegare per uno specifico periodo di tempo, probabilmente pochi mesi e quindi nonostante il prestigio della compagnia non posso certo lasciare un lavoro sicuro a tempo indeterminato per uno temporaneo. 

Insomma per ora molto si è mosso e poco si è mosso ma continuo a cercare, tempo permettendo. Alcune considerazioni.

 - Non mi sto dedicando full time a questa ricerca lavoro, come quando ero tornato in Italia e inviavo resume a raffica ad aziende in Usa. Però la media di chi è interessato al mio resume sembra essere soddisfacente.

 - Essere italiani non sempre aiuta.
Ho avuto l'impressione che un paio di recruiter, quando hanno capito che ero italiano e lo hanno notato anche dal mio accento, abbiano messo tra me e loro un piccolo muro trasparente. Sempre meglio mandare un americano alle aziende che non uno straniero, avranno pensato inconsciamente.

- Siamo a New York City e la concorrenza è feroce.
New York è davvero competitiva e se pensi di essere bravo e di avere esperienza devi anche considerare che per un posto di lavoro ci sono decine di candidati al tuo stesso livello che magari sono anche più giovani, americani, e laureati in prestigiose università americane.
E quindi devi già considerarti fortunato e in un certo senso lusingato se già ti contattano per un primo colloquio telefonico. Se poi ti fissano un colloquio anche in azienda, allora è quasi fatta.

 - Molte aziende usano i recruiter e quindi i passaggi sono 3: colloquio telefonico con il recruiter, colloquio telefonico con le risorse umane dell'azienda, colloquio vero e proprio in azienda. Se riesci a contattare e a interessare direttamente l'azienda, hai già saltato un passaggio.

Per concludere, la mia intenzione era ed è quella di sganciarmi dalle compagnie italiane, perché risentono della mentalità italiana, compresa la lentezza con cui puoi fare carriera, e pagano meno soprattutto quando impiegano una persona che ha bisogno del visto o della carta verde e quindi difficilmente può "scappare" e cambiare lavoro. 

Realisticamente però forse devo ritirare la mia ricerca perché è vero che ho ormai oltre 10 anni di esperienza e so usare bene molti programmi ma al mio stesso livello ci sono migliaia di ragazzi appena usciti dall'università, disposti a iniziare con poco o comunque impiegato della mia stessa età ma americani born and raised e per molte aziende questo è pur sempre un plus. Un'azienda italiana assumerebbe davvero un francese, un tedesco o uno spagnolo in gamba se si presentasse un americano con le stesse capacità? 

Insomma cosa ho io che mi distingue e mi darebbe un vantaggio? Semplice, la conoscenza della lingua italiana, madre lingua.  Quindi dovrei continuare a cercare  tra le compagnie italiane con sede in Usa che abbiano bisogno non solo di comunicare con una rete vendita americana ma anche con gli uffici centrali italiani? Probabilmente è l'idea migliore ma deciderò in questi giorni se abbandonare completamente la pista americana per dedicarmi solo a quella italiana. Voi cosa dite? 

Vi tengo aggiornati.

Stay tuned for more updates. 


9 commenti:

  1. Premettendo che ho sempre vissuto qui e non conosco la realtà americana, quindi parlo per quello che mi sembra solo buon senso...

    A mio giudizio, non devi prendertela troppo per il fatto che ti discriminano per il tuo accento italiano : hai detto tu stesso che in USA sono ultra competitivi e che le compagnie italiane risentono della mentalità italiana...
    Se a questo aggiungiamo che magari ci saranno stati italiani venuti in USA per "fare fortuna" ma non informati a dovere della realtà americana e poi si sono scontrati con una realtà diversa da quella che immaginavano con relative delusioni loro e sopratutto di chi li ha assunti, è abbastanza normale che siano diffidenti...

    Sopratutto nel centro e nel sud (al diavolo il politicamente corretto, lo odio) di solito per mentalità non siamo ipercompetitivi nel lavoro, con i suoi pro e i suoi contro
    Quindi delle "sòle", come si dice a Roma, le avremo sicuramente date a chi ci assumeva per lavorare in USA

    Ho letto tempo fa di due ragazzi del centro-sud venuti in USA per cercar lavoro come cuochi, quando l'hanno detto alla dogana li hanno arrestati non so se per lavoro clandestino o cosa (non ricordo bene è passato del tempo da quando lessi la notizia), ma certo gli italiani non ci hanno fatto bella figura

    Ma a quanto mi dici ti chiamano in parecchi e nel frattempo un lavoro ce l'hai, e non è che sei disoccupato e ad un certo punto finisci i soldi per mangiare quindi devi trovare entro tot tempo...

    Una domanda: ma tramite conoscenze/gruppi in rete/blogger, non ti puoi informare presso altri italiani venuti in USA quanto sia influente la diffidenza verso gli italiani e quanto sia superabile ?
    Perchè un conto è se tutti sono gentili e poi ti rifiutano dopo il colloquio, un conto è se devi soltanto aspettare più tempo della media per trovare lavoro
    Così ti fai una idea di quali tipi di lavoro e di stipendi siano possibili per un "italiano immigrato" (lo so , suona brutto così)

    Mi pare la strada migliore per decidere come procedere
    Informarsi prima e poi agire

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  4. Ciao Alex, aspetta, non so se sono stato chiaro. Le compagnie che mi sembrano diffidenti o meglio più propense ad assumere Americani che stranieri sono compagnie Americane. Quando invece parlavo di aziende italiane in Usa che hanno però la mentalità Italiana, mi riferivo ad un altro aspetto ovvero che cercano di sfruttare i dipendenti, soprattutto se italiani e con un visto, con stipendi più bassi della media e non consentono una carriera veloce, insomma sono meritocratiche certo perché comunque hanno sede in America ma con il freno all’italiana. Ecco perché vorrei per una volta lavorare in compagnie al 100% americane che non abbiano la sede centrale in Italia, per intenderci, ma capisco che per uno straniero come me sia un pochino più difficile essere assunto da una compagnia al 100% americana.

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  5. Si avevo capito benissimo :)

    Forse sono io che sono logorroico e non passa il messaggio che vorrei dire :)

    E' più difficile per uno straniero in generale o per un italiano essere assunto da una compagnia al 100% americana ?
    Sospetto la seconda perchè conoscendo la tipica mentalità e approssimazione tipiche di alcuni italiani magari ci siamo fatti una cattiva fama

    In tal caso ripeto i consigli di prima

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    1. Ah ok, allora io mi sono spiegato bene e tu hai capito bene. :)
      Non so se in generale le compagnie siano più prevenute con gli Italiani che con altri stranieri. A dire la verità tutti gli Americani amano l'Italia e gli Italiani però in questo amore c'è una certa distanza ovvero sono loro che vanno incontro all'Italia e parlano dell'Italia e degli Italiani soprattutto riguardo alle loro vacanze in Italia. Ma quando invece è l'Italia e gli Italiani che vanno da loro e bussano alle loro compagnie per chiedere di essere assunti...non lo so. Se hai caratteristiche specifiche, chessò un chirurgo, un regista, un grafico creativo...ovviamente non fanno distinzioni e se l'italiano è molto bravo, promettente, creativo più di altri candidati americani, ovviamente non hanno problemi a preferire l'Italiano perchè sono molto pragmatici gli Americani. Ma se per un lavoro di ufficio il lavoro lo possono svolgere un italiano, un francese, un giapponese e un americano che fanno domanda, beh forse preferiscono assumere l'americano. Non credo che gli Italiani in Usa si siano fatti una cattiva fama. Noi Italiani ci adattiamo bene e se in Italia siamo un pò sfaticati e non rispettiamo troppo le regole, quando ci troviamo in un Paese in cui bisogna filare dritti, ci adeguiamo camaleonticamente e diventiamo più volenterosi e corretti di tutti.

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  6. Riguardo le aziende italiane in USA ma con sede centrale da noi, che sfruttino non mi sorprende affatto, lo fanno ovunque in qualunque paese nei limiti che il paese ospitante permette

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  7. Ciao Luca,
    leggendo il tuo post risulta un po difficile dirti (più che altro consigliarti/suggerirti) cosa fare...in primis la tua analisi è perfetta delle difficoltà che stai attraversando nel ricercare un nuovo lavoro, penso che le risposte giuste (se possono essercene) tu le abbia già. Secondariamente il mio pensiero è il seguente: vuoi cambiare lavoro? Semplice, fallo e basta. Hai tutto per riuscire con successo, la tua esperienza e il tuo bagaglio culturale ti sosterranno nei momenti difficili ma vedrai che troverai qualcosa che ti soddisferà in pieno. Poi puoi sempre reinventarti(in USA si usa tantissimo) in qualsiasi campo tu ne abbia voglia di provare e sperimentare. Certo non è facile abbandonare il posto tranquillo e sicuro per l'ignoto, ma se ci pensi questa è l'unica gabbia mentale che ti tiene legato alla tua azienda se non ho capito male...poi certo l'hai detto anche tu, in fondo non ti sei dedicato anima e corpo alla ricerca...magari potresti restare nello stesso campo ma offrirti a qualche azienda americana vostra concorrente, in fondo che tu sia italiano o meno poco importerà se in te l'azienda vede il plus...comunque vada in bocca al lupo!

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    1. Grazie Danilo, è vero non sto cercando assiduamente ma vediamo...qualcosa di meglio troverò. Per il fatto di cambiare carriera ci sto pensando. Dovrei fare alcuni corsi o un Master's o qualcosa del genere.

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